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Le autorità britanniche hanno confermato che dicembre 2020 sarà la scadenza finale che non potrà essere prorogata.
Il primo ministro britannico ha parlato con il presidente della Commissione europea per decidere le prossime fasi dei negoziati.
I negoziatori per la Brexit dell’UE e del Regno Unito si incontrano a Bruxelles per (si spera) concordare le linee principali tra cui le condizioni di pesca e di parità.
Diversi cicli di discussioni
L’ultimo round di colloqui a Bruxelles.
I singoli Stati membri dell’UE ratificano l’accordo (che è presumibilmente concluso).
Fine del periodo di transizione.
Fino a poco tempo fa i colloqui erano in una situazione di stallo. Non ci sono stati quasi progressi e sia il Regno Unito che l’UE lo hanno ammesso apertamente. Ieri, tuttavia, Boris Johnson ha parlato con Ursula von der Leyen, dando un nuovo impulso alla negoziazione. Non sono stati raggiunti punti concreti, quindi la chiamata può essere considerata una “chiamata di intenzione”.
Il primo ministro britannico Boris Johnson:
“Non penso che siamo così distanti... non vediamo alcun motivo per cui non dovremmo farcela a luglio”.
Portavoce di Michel Barnier, capo negoziatore dell’UE:
“Non accelereremo. Dobbiamo rimanere concentrati sul contenuto e sulle conseguenze”.
Entrambe le parti sono irremovibili in alcuni settori cruciali come la pesca, la giurisdizione della Corte di giustizia europea e la parità di condizioni. Per questo motivo c’è una situazione di stallo. Tuttavia, la campagna di Boris Johnson è sotto la pressione delle scadenze per completare ciò che ha promesso agli elettori, mentre l’UE, come ha ammesso apertamente, non si preoccupa delle tempistiche. Pertanto, la pressione sociale e politica interna è più dura da parte britannica che da parte europea. Ecco perché, sebbene entrambe le parti abbiano interesse a osservare i propri obiettivi, il Regno Unito si trova in una posizione di negoziazione più debole.
Fino al completamento della Brexit, rimarrà un elemento “sovversivo”nel valore della GBP rispetto all’EUR. Anche non considerando l’ondata di coronavirus di marzo, la tendenza più ampia si muove verso l’alto da gennaio 2020. Probabilmente rimarrà tale durante tutto l’anno, mentre invece non vi è alcuna indicazione che le parti raggiungeranno un accordo completo sulle loro richieste più importanti. EUR/GBP si muoverà lungo e al di sopra dell’attuale resistenza a 0,9050 finché non si vedrà la luce in fondo al tunnel per i negoziati sulla Brexit. Come regola generale, qualunque cosa accadrà (anche se non accadrà nulla), la GBP soffrirà più dell’UE nel caso di una Brexit senza successo.
Saluti dal lontano 2022! Gli analisti di FBS hanno usato un po’ di magia per viaggiare nel futuro e hanno portato indietro alcune previsioni esilaranti.
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